Filosofia del servizio
A Swiss flag with the USA flag on the background

Sovranità dei dati: una nuova agenda 2030

Viviamo in un’epoca in cui termini come “sostenibilità”, “inclusione” e “transizione digitale” sono sulla bocca di tutti. Ma c’è un tema che viene spesso trascurato o, peggio, delegato in blocco a pochi grandi attori globali: la sovranità digitale.

In un mondo dove i dati valgono più dell’oro, continuare ad affidarli ciecamente a chi risponde a logiche estranee ai nostri valori è un rischio — non solo tecnico, ma culturale, sociale e geopolitico.

È tempo di immaginare una nuova agenda 2030: non più basata sull’accentramento e sulla dipendenza, ma sulla libertà, la trasparenza e il controllo dei propri dati.

Le buone abitudini non bastano più

Password complesse, autenticazione a due fattori, backup regolari: tutto utile, tutto fondamentale. Ma questi strumenti servono a poco se, alla base, affidiamo i nostri dati alle stesse infrastrutture che sono diventate il bersaglio preferito degli attacchi e delle crisi geopolitiche.

Non si tratta più solo di proteggere l’accesso al proprio account: si tratta di scegliere dove e a chi affidiamo la nostra identità digitale.

Gli Stati Uniti tagliano sulla cybersicurezza: le fondamenta vacillano

Le recenti politiche dell’amministrazione statunitense, che ha ridotto drasticamente i fondi destinati alla cybersicurezza, sono un segnale chiaro: nemmeno le grandi potenze sono più garanzia di protezione.

Con l’indebolimento delle agenzie federali preposte alla sicurezza informatica, anche i colossi del cloud a stelle e strisce – Google, Microsoft, Amazon – si ritrovano esposti, meno sorvegliati e meno resilienti.

E noi europei? Continuiamo a ospitare i nostri dati su server fuori dalla nostra giurisdizione, accessibili (e intercettabili) secondo normative che poco hanno a che vedere con il rispetto della privacy come lo intendiamo qui.

L’Europa cambia rotta: sovranità entro il 2030

L’Unione Europea ha lanciato un messaggio forte: basta dipendenza digitale. Il nuovo obiettivo è costruire infrastrutture indipendenti, interoperabili e sovrane, capaci di rispettare le regole europee sulla privacy, sulla trasparenza e sulla fiscalità.

Un’Europa digitale che non ha bisogno di permessi da oltre oceano per garantire sicurezza, continuità e rispetto dei propri cittadini.

Ma non possiamo aspettare il 2030 per cambiare. Le alternative ci sono. E sono già pronte.

AnoniCloud: sovranità svizzera, sicurezza totale

AnoniCloud nasce con un’idea chiara: restituire alle persone il controllo sui propri dati.

Non siamo un “fornitore di spazio”, ma un sistema indipendente, costruito da zero in Svizzera, al riparo da leggi invasive, occhi indiscreti e interferenze normative esterne.

Crittografia end-to-end, anonimato reale, zero profilazione, zero tracciamento.

AnoniCloud è pensato per chi non si accontenta di “sperare” che i propri dati siano al sicuro: vuole saperlo, verificarlo, pretenderlo.

Scegliere AnoniCloud non è solo una scelta tecnica, ma un atto di sovranità personale e collettiva. È una risposta concreta, oggi, alla nuova agenda 2030 di cui abbiamo davvero bisogno.

Nel 1982, quando avevo 11 anni, per la prima volta ho visto dal vivo un computer. Era un IBM/360; nel 1983, per la prima volta nella mia vita, ho acceso il mio computer. Nel 1985 sulla mia scrivania apparvero un mouse e una scatola con alcuni floppy disk da 5"1/4. Ora ho circa 50 anni; ogni mattina apro il lid del mio MacBook Pro, che è n volte più potente, più veloce e più piccolo di un IBM/360, di un VIC-20 e di un Apple //c insieme. Ma nulla può superare l'emozione che ho provato entrando in quella rumorosa sala macchine, di scrivere su uno schermo così buffo e piccolo e di annusare la plastica dei miei primi supporti di memoria di massa, oramai obsoleti.